TEST di autovalutazione |
TEST di autovalutazione |
1 | L'EFFICACIA DELLA TERAPIA ALIMENTARE O DELLA DIETA, è DOVUTA A: | ||
A) | La motivazione del paziente | ||
B) | La professionalità e la bravura del nutrizionista | ||
C) | La motivazione del paziente e la bravura del professionista | ||
D) | Alchimia tra il professionista con tutte le sue caratteristiche di personalità, cognitive/comportamentali e professionali e le caratteristiche personali, cognitive/comportamentali e motivazionali del paziente |
2 | IL PAZIENTE Può INTERROMPERE LA TERAPIA: | ||
A) | Scarsa o irrealistica motivazione, scarsa autostima, | ||
B) | Scarsa o irrealistica motivazione, scarsa autostima, carenza di capacità di coping, pensieri sabotanti, psicopatologie associate | ||
C) | Carenza di capacità di coping, pensieri sabotanti, psicopatologie associate | ||
D) | Bassa autostima e disturbi psichiatrici |
3 | LE CARATTERISTICHE DEL PAZIENTE SICURO: | ||
A) | Il paziente appare pienamente consapevole delle proprie scelte e del percorso da intraprendere, soggetto ideale con cui lavorare, spinto dalla fiducia in se stesso e negli altri, in grado pienamente di affidarsi al giusto terapeuta. | ||
B) | Ripone più fiducia in sé stesso che nel terapeuta, così da risultare aggressivo nel considerarsi migliore di chiunque e da non ascoltare nessuno, non prestando attenzione a quello che gli viene detto. | ||
C) | Si fida più degli altri che di se stesso, in conseguenza della propria bassa autostima e del continuo bisogno di essere sostenuto e sorretto in ogni propria azione e decisione | ||
D) | Ansioso, non riesce a fidarsi di nessuno, durante il colloquio con il terapeuta non è in grado di capire ciò che gli viene illustrato e sottoposto perché soggetto ad un livello di ansia incontrollabile e con emozioni, generalmente a carattere negativo, che ne sovrastano la ragione |
4 | LE CARATTERISTICHE DEL PAZIENTE DISORGANIZZATO: | ||
A) | Il paziente appare pienamente consapevole delle proprie scelte e del percorso da intraprendere, soggetto ideale con cui lavorare, spinto dalla fiducia in se stesso e negli altri, in grado pienamente di affidarsi al giusto terapeuta. | ||
B) | Ripone più fiducia in sé stesso che nel terapeuta, così da risultare aggressivo nel considerarsi migliore di chiunque e da non ascoltare nessuno, non prestando attenzione a quello che gli viene detto. | ||
C) | Si fida più degli altri che di se stesso, in conseguenza della propria bassa autostima e del continuo bisogno di essere sostenuto e sorretto in ogni propria azione e decisione | ||
D) | Ansioso, non riesce a fidarsi di nessuno, durante il colloquio con il terapeuta non è in grado di capire ciò che gli viene illustrato e sottoposto perché soggetto ad un livello di ansia incontrollabile e con emozioni, generalmente a carattere negativo, che ne sovrastano la ragione |
5 | I "pensieri sabotanti": | ||
A) | Sono tutti quei pensieri che accompagnano l’incontro con un cibo che non dovrebbe essere ingerito e che invece al contrario viene consapevolmente mangiato | ||
B) | Sono tutti quei pensieri che accompagnano l’incontro con un cibo che non dovrebbe essere ingerito e che invece al contrario viene consapevolmente mangiato, tendono ad eludere, ad evadere, a rimandare l’inizio della dieta e sono una conseguenza della mancanza di consapevolezza e di strategia | ||
C) | Sono una conseguenza della mancanza di consapevolezza e di strategia | ||
D) | Sono pensieri intrusivi che il paziente non riesce a gestire e che insorgono dopo i primi giorni di dieta. Da soli non impongono l'interruzione della terapia se appaiono |
6 | I "pensieri sabotanti" sono causati da: | ||
A) | Stimoli emotivi, come, ad esempio, gestire emozioni, positive o negative | ||
B) | Stimoli sociali, come nel caso di eventi conviviali che non si riesce a gestire in maniera adeguata. | ||
C) | Stimoli ambientali: pubblicità, inviti a mangiare di più o fuori pasto. Stimoli interni: voglia di cibo, irrefrenabile voglia di mangiare al momento senza aspettare il pasto Stimoli emotivi: gestire emozioni,positive o negative. Stimoli sociali: eventi conviviali che non si riesce a gestire in maniera adeguata. | ||
D) | Stimoli ambientali, subendo pubblicità, inviti a mangiare di più o fuori pasto, e stimoli interni quali voglia di cibo ed irrefrenabile voglia di mangiare al momento senza aspettare il pasto |
7 | Il circolo dei pensieri sabotanti verso il cibo è: | ||
A) | Stimolo ↓ decisione ↓ azione ↓ pensiero ↓ conseguenza | ||
B) | Stimolo ↓ percezione ↓ decisione ↓ azione ↓ conseguenza | ||
C) | Percezione ↓ visione ↓ decisione ↓ azione ↓ conseguenza | ||
D) | Stimolo ↓ pensiero ↓ decisione ↓ azione ↓ conseguenza |
8 | Il diario alimentare è utile per: | ||
A) | Avere a mente ciò che si è mangiato | ||
B) | L'automonitoraggio del peso e dell'alimentazione | ||
C) | Comprendere il proprio comportamento alimentare e rendersi conto delle reali quantità di cibo ingerito | ||
D) | L'automonitoraggio del peso e dell'alimentazione, consente di comprendere il proprio comportamento alimentare e rendersi conto delle reali quantità di cibo ingerito |
9 | Al paziente vanno fornite informazioni in merito a: | ||
A) | Caratteristiche dei disturbi alimentari, peso corporeo e regolazione; Inefficacia di vomito, lassativi e diuretici come mezzo per il controllo del peso. | ||
B) | Effetti collaterali della dieta sbagliata; conoscere e gestire i pensieri sabotanti | ||
C) | Caratteristiche dei disturbi alimentari; peso corporeo e regolazione; inefficacia di vomito, lassativi e diuretici come mezzo per il controllo del peso, effetti collaterali della dieta sbagliata; conoscere e gestire i pensieri sabotanti | ||
D) | Meno informazioni possibile per evitare confusione |
10 | è possibile aiutare un paziente a gestire le emozioni con il cibo: | ||
A) | Consigliando tecniche di rilassamento, mindfulness o di consultare uno psicologo | ||
B) | Consigliando tecniche di rilassamento, mindfulness | ||
C) | Consigliandogli di non pensarici | ||
D) | Rassicurandolo che prima o poi smetterà da solo | ||